Pietà per l’asino prigioniero sul Monte Subasio

Sabato sera, verso le 17 , sul monte Subasio abbiamo visto un caso di crudeltà nei confronti di un asino, posto in una gabbia nel triangolo quasi incapace di muoversi, senza nulla da mangiare e bere sotto il sole, danneggiato da mosche. La gabbia è fatta di filo spinato della recinzione è lungo la strada su un lato, due pannelli tavole sugli altri due lati. Ad ogni bordo è attaccato alla parte superiore e inferiore dal filo dei pezzi di ferro impossibili da superare. Tuttavia, abbiamo rilasciato l’asino. Ovviamente, è stato prigioniero per un po ‘, probabilmente desinato a morire orribilmente ed essere divorato dagli uccelli rapaci. L’idea di un parco temporanea di prendersi cura di allora non è credibile. Il luogo di esecuzione dell’animale era sulla strada che sale Subasio, quasi verso l’alto, a sinistra proveniente da Spello (in direzione di Assisi), poco prima di raggiungere il meteo o altre antenne e il luogo decollo dei parapendio. Se qualcuno ha pietà dell’animale e rifiuta “cruelty free”, se crudeltà sugli animali è un reato in Italia, come è il caso della Francia, figuriamoci la terra di Francesco d’Assisi, un azione deve avvenire per trovare e curare l’animale e il suo carnefice proprietario lezione, se possibile.

 

ABBIAMO RICVUTO QUESTA LETTERA IN LINGUA FRANCESE E CI SCUSIAMO PER LE IMPRECISIONI DELLA TRADUZIONE, MA CI SEMBRA CHE CONCETTO E FOTO SIANO CHIARISSIMI

 

Samedi soir, vers 17 H, sur le monte Subasio, nous avons vu un cas de cruauté envers un âne, placé dans une sorte de cage en triangle sans presque pouvoir bouger, sans rien à manger et à boire, en plein soleil, abîmé par les mouches. La cage est constituée des fils barbelés de la clôture longeant la route sur un côté, de deux panneaux de planches sur les deux autres côtés, chacun des bords étant attaché en haut et en bas par des fils de fer aux bouts suffisamment entortilllés pour être difficiles à défaire. Nous avons néanmoins libéré l’âne. A l’évidence, il était là coincé depuis un moment, sans doute destiné à crever atrocement et à être dévoré par les rapaces. L’idée d’un parcage provisoire pour s’en occuper ensuite n’est pas crédible. Le lieu de supplice de l’animal était sur la route du monte Subasio, presque vers le sommet, sur la gauche en venant de Spello (en direction d’Assisi), peu avant d’atteindre les antennes météo ou autres et le lieu d’envol des parapentes. Si quelqu’un a pitié de cet animal et refuse la cruauté gratuite, si la cruauté envers un animal est un crime en Italie, comme c’est le cas en France, à plus forte raison sur la terre de François d’Assisi, une action doit avoir lieu pour trouver et soigner l’animal et pour sermonner son propriétaire-bourreau si c’est possible.

Daniel Bizeul

danielbizeul@gmail.com

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